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domenica 10 novembre 2013

BELMONTE A LUTTO

Riceviamo e pubblichiamo una lettera molto riflessiva e toccante del Consigliere Comunale Franco La Barbera. 
Un paese sgomento, a lutto. Silenzio di tomba, silenzio riverente, lacrime agli occhi e tutti stretti gli uni agli altri nel tentativo di stare vicino ad una famiglia, quella di Salvatore, già segnata da altre disgrazie. Una morte quella di Salvatore Parisi che ti segna, che non riesci ad accettare ma che paradossalmente unisce, anche se nel dolore, una intera comunità. Un corteo lungo centinaia di metri, composto e assorto in un dolore che non ha dato la benché minima possibilità di distrazioni. Non si sono viste in giro auto a fare giri inutili o motorini a fare rumore e inquinare le strade. Anche i ragazzini hanno evidentemente percepito che era successo qualcosa di grave.
La morte sul lavoro di un altro padre di famiglia che lascerà soli due bambini come loro. La morte di un uomo a prima vista qualunque ma nella realtà un grande uomo. Uno che, ancora bambino, nonostante la perdita del padre, ha saputo rialzarsi con la forza della dignità, della serietà, del lavoro e dell'amore per la sua famiglia. Una persona che forse non tutti conoscevamo proprio perché non frequentava i bar e le piazze e  lavorava fino a tarda sera. Un grande lavoratore, una persona onesta, un simpaticone, una famiglia di onesti lavoratori. Questi i commenti unanimi in paese. Ed è forse per questo che la morte di Salvatore ti sembra ancora più assurda, inaccettabile. E non si può non essere d'accordo con quanto detto da Padre Lillo nella sua omelia: " si rimane attoniti pensando che ancora oggi, in un periodo di crisi, un onesto lavoratore e padre di famiglia possa non fare ritorno a casa ". Si pensa alla madre addoloratissima, alla moglie e ai due bambini. E vorresti condividere il loro dolore ma sai che nulla in questo momento potrà lenire la loro ferita. Nulla in questo momento potrà colmare il grande vuoto che si è creato con la scomparsa di Salvatore.
" Salvatore era un onesto giovane di questo paese che è morto nell'esercitare un dovere sacro, quello del lavoro difficile in questo tempo di crisi ". Sono ancora perfettamente d'accordo con le parole di Don Lillo anche se penso che il lavoro è innanzi tutto un diritto, uno dei valori principali su cui è fondata la nostra Costituzione e che soprattutto al Sud viene ancora negato mentre si finanziano le banche e si comprano inutili e pericolosi aerei da  guerra. Ha fatto bene a parlare di sacralità; ha fatto bene a dare ad esso, al lavoro,  un significato religioso,  proprio perché il lavoro ti assicura dignità, ti consente di vivere e portare avanti la tua famiglia senza essere costretto a scegliere altre strade o a fare compromessi.  Un lavoro che acquista maggiore sacralità nel caso di Salvatore dove diventa anche impresa familiare, impresa pulita che proprio sul sudore, sul rischio e sull'onestà costruisce il proprio futuro e quello dei propri figli. E' ad essi e alla loro mamma che pensiamo. Cosa faranno adesso senza il loro grande papà? E' a questa domanda che adesso, tutti, anche se attoniti e sgomenti,  abbiamo l'obbligo di rispondere. Una comunità  come la nostra, che si è unita e sa sempre unirsi nel dolore,  non può permettersi di eluderla. Non può permettere che Letizia e i due bambini di Salvatore non abbiano un futuro. E allora proviamo ad essere comunità matura, solidale. Discutiamo su cosa si possa e si debba fare di concreto. Cominciamo innanzi tutto a fare in modo che Salvatore non sia morto invano. Invitiamo i tre Sindaci a fare in modo che la sicurezza nei cantieri venga realmente controllata e assicurata e a rispondere alla nostra domanda. Facciamo in modo che il nostro sostegno arrivi anche all'altro giovane lavoratore gravemente ferito e a tutta la sua famiglia per una più rapida ripresa. Facciamo in modo, insomma, che la mamma di Salvatore, Letizia e i suoi due bambini non si sentano soli e che comprendano che una intera comunità, quella belmontese,  vuole stare accanto a loro. Facciamo in modo che Rosario, la sua fidanzata, e i suoi genitori sappiano che siamo vicini a loro. Solo così, io penso, possiamo onorare la morte di Salvatore e il dolore dei suoi cari. Solo così permetteremo che Rosario Parisi torni al più presto con i Suoi cari e tra noi.

Belmonte M. 09/11/2013

                                                                                                                             Franco La Barbera

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