Nel mezzo del deserto di Bala
Boluk si trova un minuscolo fortino adagiato sulle dune sabbiose. E’ la base militare
italiana di fob Tobruk, dove il 27 agosto scorso la base aveva subito un
attacco degli insurgents, un razzo colpì un altana ferendo tre soldati
italiani.
In questo fortino ci sono otto
soldatesse della 108^ compagnia del 9° reggimento alpini dell’Aquila dove
vivono e operano nel silenzio della notte e nel sole cuocente del giorno. Otto
donne che insieme ai colleghi maschi dividono tende, cibo, docce, turni,
mansioni, come una grande famiglia.
Si possono contare nelle dita di
una mano e ognuno di loro ha numerose missioni all’estero alle spalle:
Il caporal maggiore scelto Letizia Chinnici, 30 anni, di
Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, è alla sua quinta missione in
Afghanistan. In precedenza è stata ad Herat, Kabul, Musahi, Farah. Questo Paese
lo ha vissuto da diverse prospettive, in diverse città. Una veterana con la
qualifica di radiofonista che, con professionalità, trascorre diverse ora al
giorno nella stazione radio e gestisce le comunicazioni relative alla base e ai
militari. “La fob è una piccola famiglia – racconta – Il rapporto che si instaura tra noi, che
siamo pochi, è molto bello”.
Il caporal maggiore scelto Arianna Coppola, 33 anni, ha il
ruolo di conduttore, in sostanza guida i Lince ma svolte anche i turni di
controllo nelle altane. È già stata in Kosovo,
a Kabul
e due volte a Bala Boluk.
Prima di partire per la missione nel suo zaino ha infilato una catalogo di
abiti da sposa perché il prossimo anno si sposerà con un collega. “Sfogliarlo mi aiuta a credere che i giorni
passino più in fretta e che il giorno del rientro sua più vicino” racconta con la gioia nello sguardo di
chi presto coronerà il suo sogno.
Quattro missioni all’attivo anche per
il primo caporal maggiore Teresa Russo,
27 anni, di Sabaudia, in provincia di Latina che ha il ruolo di fuciliere ed è
anche un soccorritore militare. Capelli cortissimi, fisico minuto, prima che a
Bala Boluk è stata anche a in Kosovo,
a Kabul
e a Bala Murghab.
“Quello che manca di
più qui sono sicuramente i propri affetti e i propri spazi e poi poter
indossare un paio di jeans. Quando poi torni in
Italia apprezzi ogni cosa di più”.
Il caporal maggiore Anna D’Amicis, 26 anni, di Manduria, in
provincia di Taranto, conduttrice, è alla sua terza missione dopo due
precedenti esperienze in Kosovo
e a Bala Murghab. “Nella fob, che è una realtà più piccola e
ristretta, la missione è vissuta con maggiore intensità
– racconta Anna – In fondo qui il
lavoro è tanto e il tempo passa veloce. Vedendo da vicino la povertà di questo
popolo ho imparato ad apprezzare maggiormente ogni cosa. L’esperienza in
Afghanistan mi ha cambiato a livello caratteriale: prima mi arrabbiavo molto
più facilmente per delle cose insignificanti. Ora ho capito che non ne vale la
pena e che ci sono cose più importanti”. Nel baule, tra le sue cose personali, ci sono anche un blocco di
fogli bianchi e dei colori. “Ho frequentato il
liceo artistico e mi sono portata in Afghanistan i colori perché voglio
disegnare nei momenti liberi che potrò dedicare a me stessa” promette
Anna.
Seconda esperienza in Afghanistan per
il primo caporal maggiore Elisabetta
Lodovichi, 26 anni, di Uzzano, in provincia di Pistoia,
fuciliere e soccorritore militare. Per lei una missione a Bala Murghab ed ora a Bala Boluk. Con quel suo accento toscano ti
strappa inevitabilmente un sorriso. Si ostina a darti del “lei” per rispetto
anche se le chiedi di darti del “tu”. È una ragazza semplice che quando esce in
pattuglia coi suoi colleghi sfodera una grinta che non ti aspetti.
Destinazione Bala Boluk dopo una prima
missione a Kabul
per il primo caporal
maggiore Federica Mangifesta,
25 anni, di Ortona. Anche lei svolge il ruolo di radiofonista. Viene da Luco
Dei Marsi, in provincia de L’Aquila, il caporal maggiore
Angela Di Carlo, 25 anni, fuciliere e conduttore. Anche per lei
seconda esperienza in Afghanistan dopo la precedente missione a Farah nel 2010.
La più piccola del gruppo è il caporale Patrizia Gasbarro,
22 anni di Pescocostanzo, in provincia de L’Aquila, fuciliere. È alla sua prima
missione e glielo leggi negli occhi che per lei lì è tutto nuovo, tutto
intenso, anche difficile in certi momenti. Le mancano le coccole dei familiari
e non ne fa un mistero. Ammette di aver portato in valigia un pelouche ma lo
tiene nascosto.
Donne in missione, alpine pronte
a fronteggiare ogni difficoltà. Ragazze che non si arrendono e non si
abbattono. Soldatesse che, pur nel disagio e nelle difficoltà che la vita in
una piccola base avanzata comporta, non perdono mai l’entusiasmo e il sorriso.
Un grande plauso alle nostre soldatesse! Tornate presto l’Italia
vi aspetta!
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