Riceviamo
e pubblichiamo una lettera molto riflessiva e toccante del Consigliere Comunale
Franco La Barbera.
Un paese sgomento, a lutto. Silenzio di tomba, silenzio
riverente, lacrime agli occhi e tutti stretti gli uni agli altri nel tentativo
di stare vicino ad una famiglia, quella di Salvatore, già segnata da altre
disgrazie. Una morte quella di Salvatore Parisi che ti segna, che non riesci ad
accettare ma che paradossalmente unisce, anche se nel dolore, una intera
comunità. Un corteo lungo centinaia di metri, composto e assorto in un dolore
che non ha dato la benché minima possibilità di distrazioni. Non si sono viste
in giro auto a fare giri inutili o motorini a fare rumore e inquinare le
strade. Anche i ragazzini hanno evidentemente percepito che era successo
qualcosa di grave.
La morte sul lavoro di un altro padre di famiglia che lascerà
soli due bambini come loro. La morte di un uomo a prima vista qualunque ma
nella realtà un grande uomo. Uno che, ancora bambino, nonostante la perdita del
padre, ha saputo rialzarsi con la forza della dignità, della serietà, del
lavoro e dell'amore per la sua famiglia. Una persona che forse non tutti
conoscevamo proprio perché non frequentava i bar e le piazze e lavorava fino a tarda sera. Un grande
lavoratore, una persona onesta, un simpaticone, una famiglia di onesti
lavoratori. Questi i commenti unanimi in paese. Ed è forse per questo che la
morte di Salvatore ti sembra ancora più assurda, inaccettabile. E non si può
non essere d'accordo con quanto detto da Padre Lillo nella sua omelia: " si
rimane attoniti pensando che ancora oggi, in un periodo di crisi, un onesto
lavoratore e padre di famiglia possa non fare ritorno a casa ". Si pensa
alla madre addoloratissima, alla moglie e ai due bambini. E vorresti
condividere il loro dolore ma sai che nulla in questo momento potrà lenire la
loro ferita. Nulla in questo momento potrà colmare il grande vuoto che si è
creato con la scomparsa di Salvatore.
"
Salvatore era un onesto giovane di questo paese che è morto nell'esercitare un
dovere sacro, quello del lavoro difficile in questo tempo di crisi ". Sono
ancora perfettamente d'accordo con le parole di Don Lillo anche se penso che il
lavoro è innanzi tutto un diritto, uno dei valori principali su cui è fondata
la nostra Costituzione e che soprattutto al Sud viene ancora negato mentre si
finanziano le banche e si comprano inutili e pericolosi aerei da guerra. Ha fatto bene a parlare di sacralità;
ha fatto bene a dare ad esso, al lavoro,
un significato religioso, proprio
perché il lavoro ti assicura dignità, ti consente di vivere e portare avanti la
tua famiglia senza essere costretto a scegliere altre strade o a fare
compromessi. Un lavoro che acquista
maggiore sacralità nel caso di Salvatore dove diventa anche impresa familiare,
impresa pulita che proprio sul sudore, sul rischio e sull'onestà costruisce il
proprio futuro e quello dei propri figli. E' ad essi e alla loro mamma che
pensiamo. Cosa faranno adesso senza il loro grande papà? E' a questa domanda
che adesso, tutti, anche se attoniti e sgomenti, abbiamo l'obbligo di rispondere. Una
comunità come la nostra, che si è unita e
sa sempre unirsi nel dolore, non può
permettersi di eluderla. Non può permettere che Letizia e i due bambini di
Salvatore non abbiano un futuro. E allora proviamo ad essere comunità matura,
solidale. Discutiamo su cosa si possa e si debba fare di concreto. Cominciamo
innanzi tutto a fare in modo che Salvatore non sia morto invano. Invitiamo i
tre Sindaci a fare in modo che la sicurezza nei cantieri venga realmente controllata
e assicurata e a rispondere alla nostra domanda. Facciamo in modo che il nostro
sostegno arrivi anche all'altro giovane lavoratore gravemente ferito e a tutta
la sua famiglia per una più rapida ripresa. Facciamo in modo, insomma, che la
mamma di Salvatore, Letizia e i suoi due bambini non si sentano soli e che
comprendano che una intera comunità, quella belmontese, vuole stare accanto a loro. Facciamo in modo
che Rosario, la sua fidanzata, e i suoi genitori sappiano che siamo vicini a
loro. Solo così, io penso, possiamo onorare la morte di Salvatore e il dolore
dei suoi cari. Solo così permetteremo che Rosario Parisi torni al più presto
con i Suoi cari e tra noi.
Belmonte
M. 09/11/2013
Franco
La Barbera
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