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mercoledì 20 giugno 2012

STRATEGIA "RIFIUTI ZERO": CHE COS'E'?

Nei paesi industrializzati, ognuno di noi in una sola giornata produce in media 1,5 kg di rifiuti, per un totale di tonnellate e tonnellate di materiale inutilizzato che quotidinamente finisce in discarica o peggio, in dannosissimi impianti d'incenerimento. Ma esistono alternative oppure siamo destinati per sempre a procedere con questo sistema dal gravosissimo impatto ambientale?

Albert Einstein diceva che “I problemi non possono essere risolti con gli stessi schemi mentali che li hanno generati”. La soluzione all’emergenza rifiuti va dunque cercata con nuove idee e con una crescita culturale di amministratori e cittadini.
Fortunatamente esistono una serie di azioni che, se adottate contemporaneamente, sono in grado di risolvere anche questo problema di cui noi uomini siamo direttamente responsabili. Un personaggio in particolare, vale a dire Paul Connet (Prof. emerito in chimica alla St. Lawrence University di New York) si è impegnato al fine di ideare una strategia mirata alla riduzione, al riciclaggio ed al riutilizzo dei prodotti in commercio. La cosidetta “Strategia Rifiuti Zero” o “Zero Waste Strategy”.
La "Strategia Rifiuti Zero” si propone di dare un valore e un’utilità agli oggetti che hanno esaurito la fase del consumo. In questo modo
il concetto stesso di "rifiuto" non esiste più, in quanto tutto dovrebbe poter essere riutilizzato o riciclato.

La considerazione iniziale alla base di Rifiuti Zero è la seguente: il trattamento dei rifiuti non è un problema tecnologico (le soluzioni tecniche ci sono già o si possono trovare incentivando la ricerca e stimolando il mercato e le aziende), né di managerialità (i consulenti non sono quasi mai politici ma tecnici, esperti, e manager già ora e questo non evita lottizzazioni politiche, malaffare, sprechi), ma di strategia, organizzazione, educazione e progettazione industriale e, naturalmente, di corretta amministrazione pubblica.


Quando in una comunità il 75-80% del problema della gestione dei rifiuti è risolto, per mezzo della raccolta differenziata porta a porta, la parte che resta può essere considerata come causata da un “errore di progettazione” delle imprese. Cosa significa? Che per completare davvero il ciclo virtuoso dei rifiuti bisogna agire sulla produzione dei beni e impedire alle industrie di concepire e produrre materiali NON RICICLABILI. Solo così riusciremo ad arrivare davvero a Rifiuti Zero.
Per fare qualche esempio concreto, i piatti, i bicchieri, le posate, i tovaglioli, gli asciugamani e i fazzoletti usa e getta dovrebbero scomparire, per i primi tre si può al massimo optare per quelli biodegradabili, per gli ultimi tre si dovrebbero usare solo quelli in tessuto.
La politica deve fare la sua parte e promuovere iniziative legislative che obblighino le industrie ad interrompere la produzione dei materiali non riciclabili per arrivare ad una esclusiva produzione di materia facilmente riciclabile.
In questo modo tutto quello che arriva ai consumatori diventa facilmente recuperabile come materia prima seconda dalla quale ricavare nuovo prodotti.
E' la strada che da anni è stata intrapresa con il vetro, che può essere riciclato innumerevoli volte.
Chi butterebbe oggi del vetro nel cassonetto?
Perché ancora lo facciamo con la plastica?
Tutte le plastiche devono diventare completamente riciclabili e riutilizzabili “n” volte dall'industria di produzione.
Con vantaggi per tutti:

• Economici perché questi materiali costano meno della materia vergine.

• Ambientali perché riciclando i materiali si utilizza meno energia, si inquina di meno l'ambiente, non si brucia nulla.

• Sanitari perché la materia non viene trasformata dagli inceneritori in nanoparticelle che noi respireremmo nell'ambiente circostante.

• Culturali perché finalmente riusciremmo a trasmettere ai cittadini il concetto di risparmio delle energie e delle materie, il concetto di ambiente finito e fragile, il concetto della responsabilità sociale di tutti davanti al resto del mondo.

Naturalmente ognuno di noi deve fare la propria parte. I nostri piccoli gesti quotidiani possono veramente cambiare il mondo, è necessario solo impegnarsi un pò, cambiare la nostra cultura, la nostra mentalità e anche i nostri comodi modi di fare che purtroppo, troppo spesso, non vanno nella direzione della tutela dell'ambiente. Questo lo dobbiamo fare per il nostro pianeta, di cui noi uomini dovremmo tutti considerarci come i custodi (e non come scellerati padroni che possono permettersi di fare tutto quello che vogliono), per noi stessi e per le generazioni future.


DIECI MOSSE PER UNA STRATEGIA "RIFIUTI ZERO"
Il Progetto Rifiuti Zero si basa su 10 step o mosse, esposta più volte da Paul Connet, anche recentemente presso la Commissione per la sostenibilità ambientale dell’ONU. Vediamo quali sono i 10 punti chiave di questa strategia.

Prima mossa: organizzare la raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti non è un problema tecnologico, ma organizzativo dove il “valore aggiunto” non è quindi la tecnologia ma il coinvolgimento della comunità chiamata a collaborare.

Seconda mossa: organizzare una raccolta differenziata porta a porta. L’unico sistema efficace di raccolta differenziata in grado di raggiungere in poco tempo e su larga scala quote percentuali superiori al 70%. Il sistema migliore è quello dei ‘magnifici 4’. Quattro contenitori per quattro tipologie di flusso di scarti: organico, carta, multi materiale (vetro, metallo, lattine, plastiche), frazione non riciclabile. Il ritiro va previsto secondo un calendario prestabilito.

Terza mossa: realizzazione di un impianto di compostaggio da prevedere prevalentemente in aree rurali e quindi vicine ai luoghi di utilizzo da parte degli agricoltori.
Compostaggio significa ottenere fertilizzanti naturali dalla frazione umida dei rifiuti solidi urbani (1/3 dei rifuti solidi giornalieri che noi produciamo) dagli scarti di produzione agricola e industriale biodegradabili.

Quarta mossa: realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio per recuperare e valorizzare i materiali cartacei, i metalli ferrosi e non ferrosi, il vetro, le plastiche.

Quinta mossa: iniziative per la riduzione alla fonte dei rifiuti con la diffusione dell’autocompostaggio familiare, con la sostituzioni delle stoviglie e bottiglie di plastica nelle mense pubbliche dove utilizzare acqua di rubinetto, con la sostituzione dei pannolini usa e getta con pannolini riutilizzabili, introduzione e diffusione di sistemi alla spina nella vendita di latte, bevande, detergenti, prodotti alimentari, sostituzione dei sacchetti di plastica con borse riutilizzabili per la spesa.

Sesta mossa: realizzazione di centri per la riparazione, il riutilizzo, la decostruzione degli edifici, in cui beni durevoli, mobili, porte, finestre, materiali in legno, in ceramica e manufatti edilizi vengono riparati, riutilizzati e venduti. Questa tipologia di materiali, che costituisce circa il 3% del totale degli scarti, riveste un grande valore economico, che può arricchire le imprese locali, con un'ottima resa occupazionale dimostrata da molte esperienze in Nord America e in Australia.

Settimana mossa: introduzione di sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva dei rifiuti non riciclabili inviati a raccolta/smaltimento. Questo meccanismo premia il comportamento virtuoso dei cittadini e li incoraggia ad acquisti piu' consapevoli.

Ottava mossa: a ) realizzazione, possibilmente in fronte discarica, di un impianto di selezione e recupero dei rifiuti residui in modo da recuperare ancora materiali riciclabili sfuggiti alla raccolta differenziata, impedire che materiali tossici possano essere inviati nella discarica transitoria e per stabilizzare la frazione organica residua eventualmente sottoposta anche a recupero energetico attraverso la digestione anaerobica.
Con questa selezione se ne va, come recupero di materia, il 50% del rifiuti secco residuo, la prova che anche nell'indifferenziato residuo c'è ancora una quota importante di materia recuperabile.
Questo materiale può essere ulteriormente trattato dall'estrusore: un macchinario che omogeneizza per sfregamento il materiale residuo (che è composto in massima parte ancora da plastiche) per farne uscire una sabbia sintetica che viene poi venduta al comparto delle costruzioni e dei manufatti plastici: guadagnandoci.
b) realizzazione di un “Centro di ricerca Rifiuti Zero” situato tra l’impianto di recupero e selezione e la discarica con gli scopi di studio del residuo e di riprogettazione industriale.

Nona mossa: il “Centro di ricerca Rifiuti Zero” attiva una serie di sinergie con gli altri aspetti della sostenibilità ambientale quali il risparmio e il recupero energetico tramite digestione anaerobica, la promozione dell’agricoltura biologica attraverso l’impianto di produzione di compost e il ricorso ai prodotti derivanti dalla filiera corta, della bioarchitettura, attraverso le pratiche di risparmio energetico e del riutilizzo di manufatti derivanti dalla decostruzione degli edifici.

Decima mossa: raggiungimento entro il 2020 dell’azzeramento dei rifiuti, ricordando che la Strategia Rifiuti Zero si colloca oltre il riciclaggio dei rifiuti. In questo modo Rifiuti Zero, innescato dal "trampolino" del porta a porta, diviene a sua volta "trampolino" per un vasto percorso di sostenibilità, che in modo concreto ci permette di mettere a segno scelte a difesa del pianeta.


Attraverso questi 10 mosse possiamo arrivare a una riduzione dei rifiuti prossima al 100%.
La piccolissima parte che rimane è una briciolina di materia stabile (non fa più reazioni nè odori) che, per questo, possiamo tranquillamente accantonare.
La differenza?
Questa minima parte è enormemente inferiore ai residui che produce un inceneritore, che oltre ad essere molti di più, non sono residui stabili ma instabili e tossici, per cui pericolosi e con un costo elevatissimo di smaltimento, e necessitano di discariche speciali perché talmente inquinanti che nessuno in Italia è in grado di trattare e devono prendere (a spese nostre) la via della Germania, della Cina o dei Balcani.


DOVE VIENE APPLICATA LA STRATEGIA RIFIUTI ZERO?

La strategia Rifiuti Zero è stata abbracciata da nazioni come la Nuova Zelanda, l'Australia, il Canada e la California. L'emblema di quest'ultima è San Francisco, una citta da 850mila abitanti, non ideale da un punto di vista territoriale per questa strategia, a causa dei tanti grattacieli, del poco spazio disponibile e delle tante etnie presenti, ma che nel corso di pochi anni è arrivata a un trattamento dei rifiuti del 75%, con l'obiettivo di arrivare vicini al 100% nel 2020. Anche in Olanda, la società Van Gansewinkel Groep, il locale gestore dei rifiuti, ha abbracciato una filosofia simile, denominata “Dalla culla alla Culla”, che porterà, tra l'altro, allo smantellamento degli inceneritori in gestione.
In Italia, fino ad ora, sono 82 i Comuni (numero certamente destinato a salire) che hanno aderito alla Strategia Rifiuti Zero, per un totale di oltre 2 milioni di persone.
Ecco, di seguito, l'elenco di questi Comuni:



01. CAPANNORI (Lucca) 45.855 abitanti
02. CARBONIA (Carbonia Iglesias) 29.821
03. AVIANO (Pordenone) 9.277
04. GIFFONI SEI CASALI (Salerno) 5.271
05. VINCHIO (Asti) 677
06. COLORNO (Parma) 8.979
07. SERAVEZZA (Lucca) 13.449
08. CALCINAIA (Pisa) 11.396
09. MONSANO (Ancona) 3.223
10. MONTIGNOSO (Massa Carrara) 10.553
11. LA SPEZIA 95.641
12. VICO PISANO (Pisa) 8.417
13. CORCHIANO (Viterbo) 3.796
14. SOMMA VESUVIANA (Napoli) 35.097
15. BOSCOREALE (Napoli) 26.920
16. MONTE SAN PIETRO (Bologna) 10.976
17. MAIORI* (Salerno) 5.649
18. COLLESANO (Palermo) 4.254
19. FORTE DEI MARMI (Lucca) 7.760
20. SASSO MARCONI (Bologna) 14.719
21. MARINEO (Palermo) 6.814
22. VILLA BASILICA (Lucca) 1.789
23. PIETRASANTA (Lucca) 24.833
24. BORGO A MOZZANO (Lucca) 7.381
25. PORCARI (Lucca) 8.121
26. MASSAROSA (Lucca) 22.933
27. VILLA VERDE (Oristano) 384
28. ALESSANO (Lecce) 6.552
29. CORSANO (Lecce) 5.693
30. GAGLIANO DEL CAPO (Lecce) 5.485
31. MORCIANO DI LEUCA (Lecce) 3.460
32. PATU' (Lecce) 1.740
33. SALVE (Lecce) 4.708
34. TIGGIANO (Lecce) 2.931
35. MIRABELLO MONFERRATO (Alessandria) 1.399
36. CALATAFIMI SEGESTA (Trapani) 7.258
37. SAN SEBASTIANO AL VESUVIO (Napoli) 9.561
38. PORTICI (Napoli) 53.981
39. TRECASE (Napoli) 9.311
40. TORRE DEL GRECO (Napoli) 87.197
41. BOSCOTRECASE (Napoli) 10.645
42. UMBERTIDE (Perugia) 16.890
43. ALCAMO (Trapani) 45.835
44. BUSETO PALIZZOLO (Trapani) 3.095
45. CASTELNUOVO CILENTO (Salerno) 2.614
46. ANGUILLARA (Roma) 18.882
47. CERVETERI (Roma) 36.229
48. LADISPOLI (Roma) 40.855
49. MANZIANA (Roma) 6.951
50. ORIOLO ROMANO (Roma) 3.759
51. TREVIGNANO ROMANO (Roma) 5.949
52. BIANCAVILLA (Catania) 23.947
 53. SENIGALLIA (Ancona) 45.027
54. CARRARA (Massa-Carrara) 65.573
55. NAPOLI 959.574
56. CASTELBUONO (Palermo) 9.301
57. FRIGENTO (Avellino) 4.017
58. AGEROLA (Napoli) 7.456
59. BENEVENTO (Benevento) 62.035
60.BASSANO in TAVERNINA (Viterbo) 1.319
61.GALLICANO (Roma) 6.058
62.RIGNANO FLAMINIO (Roma) 9.790
63.CAPRANICA (Viterbo) 6.673
64.TIVOLI (Roma) 56.531
65.PREVALLE (Brescia) 6.995
66.GIULIANOVA (Teramo) 23.606
67.MODUGNO (Bari) 38.826
68.SANT’ORESTE (Roma) 3.870
69.CASAL VELINO (Salerno) 4.995
70.PIANO DI SORRENTO (Napoli) 13.136
71.CALCI (Pisa) 6.513
72.CERIGNOLA (Salerno) 59.103
73. SANTA MARIA CAPUA VETERE (CE) 33.742
74. MARTA (VITERBO) 3.553
75. MODUGNO (BA) 38.826
76. BINETTO (BA) 2.133
77. BITETTO (BA) 11.717
78. BITRITTO (BA) 10.881
79. SANNICANDRO (BA) 9.794
80. GIOVINAZZO (BA) 20.593
81. PALO DEL COLLE (BA) 21.786
82. GRATTERI (PA) 1.016

Totale abitanti 2.383.352










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