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sabato 8 dicembre 2012

RICICLO PLASTICA: DA RIFIUTO A TESSUTO

Nuova vita per la plastica, da rifiuto diventa tessuto. Benu, questo è il nome del tessuto derivante dalla plastica.
Per gli amanti della natura e per tutti quelli che fanno del riciclaggio dei “rifiuti” uno stile di vita, arriva un’importante notizia che riguarda il riciclaggio della plastica. Grazie all’iniziativa di un’azienda svizzera, ora abbiamo tutti una ragione in più per riciclarla, trasformandola in tessuto. L’azienda in questione è la Christian Fishbacher, leader nel campo tessile per la produzione di tessuti di lusso e biancheria per la casa, con sede a San Gallo.
L’idea innovativa consiste nel portare a nuova vita il Pet, polietilene tereftalato attraverso un processo tecnologico d’avanguardia e trasformarlo così in tessuto morbido, resistente e di ottima qualità. Il processo in questione permette di ricavare, da quattro bottiglie, un metro di filato, risparmiando, inoltre, energia e acqua, senza contare il fatto che tale processo elimina del tutto la produzione di scorie.
Il filato viene lavorato e trattato con la tecnica chiamata NanoTexe al fine di renderlo idrorepellente, ossia resistente all’acqua e ad altre macchie. Un’accurata verifica seleziona poi i tessuti migliori che verranno destinati alla fase successiva che prevede la colorazione e la rifinitura del tessuto.
Il tessuto ottenuto, prende il nome di Benu che, non a caso evoca l’uccello sacro della mitologia egizia, simbolo della resurrezione dopo la morte. Una strategia di marketing per l’azienda che punta verso un mondo ecologico e che ha già ottenuto vari riconoscimenti internazionali, come il “Silver Cradle to Cradle” conferitogli dalla McDonough Braungart Design Chemistry.
Da tempo si discute del suo uso , che lo pone a contatto con l'acqua ed altri alimenti, e della sicurezza. Anche perché con le lenzuola si viene a contatto per parecchie ore.
Ma la società svizzera assicura che le tecnologie utilizzate per il trattamento del Pet sono all'avanguardia e anticipano addirittura le "future regolamentazioni eco-politiche perché le certificazioni sono più rigorose delle attuali norme ambientali".
 
 

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